Arriva un momento in cui le riconosci in fretta. Le distingui, anche se non le capirai mai.
Magari imparerai qualche parola, ti insegneranno come si scrive il tuo nome nel loro strano e, per te, bizzarro alfabeto, e forse rimarrà un foglietto di carta in mezzo a qualche pagina delle dispense di un corso.
Ma quando ci sei in mezzo, i diversi suoni dei ragazzi medeani ti sembrano quasi musicali. Una sinfonia suonata da migliaia di chilometri di distanza, certo un po’ fuori tempo, ma pur sempre melodica e ricca di sfumature.
Ed ecco che dal silenzio del corridoio spuntano le parole aspirate, aspre e secche dei ragazzi arabi, distanti chilometri e tradizioni l’uno dall’altro ma uniti dalla stessa lingua che, a volte (mi è stato rivelato), non è sempre così uguale per tutti.
E poi c’è il russo, che alle orecchie italiane a volte sembra sia una lunga cantilena fatta di lettere pronunciate senza pausa, come se fosse un’unica, grossa parola.
Ed ecco i ragazzi nigeriani che parleranno inglese, forse sì (non proprio tutti-tutti!), ma che quando sono soli si trasformano e le loro parole diventano così poco british e così molto african: diversa la cantilena e lo slang, impegnativo cercare di acchiappare qualche termine conosciuto nel calderone delle loro colorate espressioni.
Bè certo, c’è anche l’inglese: quello fluente di molti ragazzi stranieri che rispetto a noi vivono su un altro pianeta, quello stentato e fortemente italianizzato di qualche ragazzo che, però, “si lancia”, quello pesantemente accentato di S., quello con la cadenza bresciana di F., quello incomprensibile di qualcun’altro.
Ed infine, in minoranza, c’è l’italiano, anch’esso variopinto e multiculturale, accenti di quasi tutta Italia che si scambiano tra loro espressioni dialettali (provate ad insegnare ad una ragazza russa che “beccarsi” un venerdì sera a Milano vuol dire “pizzicarsi” a Napoli), mischiati agli accenti dei ragazzi di tutto il mondo che, con grande successo, sono diventati padroni di una lingua così impegnativa per chi vive lontano dai nostri confini.
Le mille lingue del Master sono proprio come il petrolio: incredibilmente diverse e colorate.
hmmmm. you are luky you have musical ears that wase able to listn the music comming from every place.... but do you know also i have been found this music very butiful specially when the same language mixed wiht different accents like the italian of nopoly and arabic of lebanon and the english of bakestan and india....
RispondiElimina