sabato 26 giugno 2010

XI Aperitivo post-Medea '09, ovvero: l'Italia è fuori, Soumaya è dentro (il ristorante, s'intende)!

Aperitivi post-medea 10-06-24

Ricordiamolo per i più distratti: su questo spazio si parla di amicizia, di culture, di vite che si incrociano per 10 mesi e che poi si rivedono con abiti diversi nel mondo del lavoro. E dato che per i fondatori di questo spazio i famosi 10 mesi si sono conclusi ormai un anno fa (e comunque sono i benvenuti coloro che ne vogliono parlare qui, specialmente dell’anno appena concluso), parlare di Medea vuol dire parlare di pranzi, cene, ritrovi, viaggi, missioni e tutto ciò che ci permette di ritrovarci ancora una volta insieme e sentirci un po’ ex studenti , un po’ amici e un po’ matti (non esattamente in questo ordine).

Da qui, l’idea di tenere il conto di questi incontri con gli “Aperitivi post-Medea ‘09”. Per maggiori dettagli si veda la mappa, che in realtà sottostima il numero degli incontri post-medea (si sa che gli ingegneri son bravi con i numeri e meno con le parole, l’elenco presenta gli incontri che sono stati documentati in queste pagine, il resto rimane nella memoria).

In ogni caso, giugno è stato un mese di grandi appuntamenti internazionali, e non sto parlando del G20 di Toronto ovviamente. Non solo perchè Basant ora è in Italia e ci resterà per un po’, ma anche perchè in pochi giorni SDM è ancora una volta diventato luogo di passaggio e di formazione per alcuni medeani che aspettavano con ansia di tornare in Italia. Di Sasha & Gianmy abbiamo detto, di Kassym non abbiamo scritto ma è da segnalare un enorme pranzo nel ristorante aziendale alla presenza di quasi tutti, manca da raccontare di Soumaya, che nella foto qui sotto si fa spazio tra boccali di bevande, piatti ricolmi di pizze (il ristorante prevedeva la formula mangia-finchè-stai-male altrimenti detta da Bepz “il campionato della pizza”) e cameriere che si intrufola nella foto senza alcuna pietà (estrema dx della foto), il tutto mentre ancora si cercava di digerire l'amara uscita dell'Italia dai mondiali.

Il suo è stato un soggiorno di studio e si è ritrovata come compagno di classe Fabrizio: la strategia per fare casino era quella dei vecchi tempi alle lezioni del BAE. Il tempo libero è trascorso con la compagna di shopping Sabina a fare girare un po' l'economia italiana, ma credo che i migliori momenti siano stati quelli trascorsi insieme, o almeno spero che possa fare piacere rivedere un bel gruppo di medeani pronti a raccontarsi ancora una volta come va la vita.

Del resto, è sempre una bella cosa sentirsi un po' ex studenti, un po' amici e un po' matti.

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Vi prego di notare la gentil donzella alla mia sinistra: ebbene sì, nonostante dalle immagini di questo blog sembri il contrario, anche Giusy ha frequentato il Medea 2009!

Con colpevole ritardo (cit.) anche il blog accoglie Giusy nel posto medeano che le spetta.

mercoledì 2 giugno 2010

Un Raffinato Weekend Veneziano (feat. Gianmy)

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Ci sono persone che fanno la differenza, perchè di altre in giro così non ce n’è.

Qualcosa – ammettiamolo – l’avevo già scritto.

Oggi lo confermo: tutti-pazzi-per-Gianmy non è solo uno slogan, ma è ciò che ha reso unico il nostro anno di Medea (l’altra è Gennà-facce-sognà, e chi c’era.. lo sa).

Per questo, avere la fortuna di poter trascorrere un weekend ospitati nella sua dimora tra canali, contrattazioni al museo per far entrare gratis chi non dovrebbe (“Mattè, ma non eri tu il negoziatore?”) e episodi surreali ma memorabili, avere questa fortuna – dicevo - è un’esperienza che vale la pena di essere scritta anche qui: due giorni (e mezzo, abbondiamo) allegri, sinceri, generosi e genuini, perchè il carattere di una persona poi impregna anche il tempo che si vive con lei.

Ed è così che vi porto i saluti da terra veneziana del caro Gianmy: conquistatore di ragazze bionde russe con cui parla al telefono ogni giorno, vulcano di idee preziose sul posto di lavoro, genuinamente ambientalista anche da inquinatore, ma soprattutto un ragazzo dal cuore d’oro, incapace di vedersi offrire la cena perchè “non c’è da sentirsi in dovere di farlo, mica è casa mia questa!”.

Si imparano lezioni di vita anche tra il sole e le nuvole del Veneto. E di questo c’è da esserne fieri.